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Islanda 2010 - Eyafjallajokull, l'eruzione dell'anno.
 

autore:    Marco Montecroci [04-05-2010]

(Segue da articolo del 26 marzo)



Ad ormai oltre un mese dall'inizio dell'evento eruttivo di Eyafjallajokull (Islanda meridionale) l'eruzione si è stabilizzata e la situazione attuale ci permette di progettare un'interessante visita estiva con i nostri gruppi.


Ma vediamo "in breve" che cosa è successo nel lasso di tempo tra l'iniziale frattura ed oggi.



Inizialmente (21 marzo) l'area montuosa compresa tra i ghiacciai Eyafjallajokull e Mirdalsjokull é stata interessata da un'importante frattura che ha permesso al magma di fuoriuscire con energia, generando spettacolari fontane di lava. In pochi giorni (fino al 29 marzo) le eruzioni hanno generato una serie di coni di scorie tra quota 900 metri e quota 1100 metri; nelle foto a lato si vede come il calore geotermico e i materiali caldi in ricaduta hanno ormai sciolto tutta la neve che ricopriva l'area montuosa. Parte della colata di lava raggiunge il vicino ghiacciaio Eyafjalljokull generando iniziali ingrossamenti del torrente Markarfljott che scende verso la costa.


Nella fase finale della prima eruzione i materiali magmatici hanno cominciato a diventare più densi e viscosi e questo ha fatto sì che i condotti di risalita si tappassero fermando temporaneamente l'eruzione. Il cratere più alto, nella fessura nominata Fimmvorduhals ha raggiunto gli 82 metri di altezza.












Nelle fotografie a lato si possono vedere gruppi di islandesi attirati dallo spettacolare evento, che si sono avvicinati alla fessura Fimmvorduhals con le loro jeep. Si vede uno dei coni di scorie neoformati (quello misurato 82 metri) circondato da fumo dovuto alla lava che discende lungo la valle raggiungendo il ghiaccio e generando colonne di vapore candido.





Le foto più spettacolari sono state scattate attraversando da Sud a Nord il ghiacciaio Mirdalsjokull (foto in alto) per ridiscendere verso Ovest e posizionarsi a monte dell'eruzione. Bellissime le luci del tramonto all'orizzonte che permettono di vedere un'Islanda ancora innevata, il tipico ambiente di Marzo in cui è possibile scavalcare i ghiacciai con le Superjeep.
















NUOVA ERUZIONE


Il 14 aprile una nuova bocca eruttiva si fa strada lungo il sistema di fratture, con un'eruzione localizzata più a SW, proprio sotto il ghiacciaio Eyafjallajokull: l'interazione tra magma e ghiaccio genera imponenti colonne di vapore acqueo che si miscelano con il materiale litico (polveri, ceneri e microframmenti di minerali molto duri) che l'esplosione iniziale ha scagliato a oltre 6.000 metri di quota. I forti venti che in Islanda spirano quasi sempre da W verso E spingono la nube verso l'Oceano Atlantico per poi ridiscendere verso l'Inghilterra e il Sud della Scandinavia. Gli aeroporti di mezza Europa subiscono la chiusura al fine di non rischiare di danneggiare i reattori degli aerei proprio a causa della durezza delle polveri vulcaniche. In Islanda l'aeroporto internazionale di Keflavik, che si trova ad Ovest non teme le polveri e rimane aperto con tutti i voli in programma verso gli Stati Uniti.




Solo gli islandesi che vivono in prossimità del vulcano risentono dei fenomeni correlati all'eruzione; in un primo tempo il ghiaccio che si scioglie provoca una piccola alluvione che danneggia qualche chilometro della strada costiera principale (nulla a che vedere con l'alluvione del 1996 relativa all'eruzione sotto il ghiacciaio Vatnajokull che distrusse oltre 40 chilometri di strada costiera). Nei giorni successivi, le aree limitrofe della costa meridionale, tra Skogar e Vik, vengono coperte da 2 centimetri di ceneri chiarissime (bianco giallino, che denota la componente silicea dell'eruzione) e i pochi abitanti di quest'area (per lo più fattorie e piccoli centri, in questi giorni sono impegnati in un intenso e personale lavoro di ripulitura delle loro proprietà.


Attualmente il vulcano continua ad emettere magma in quantità costanti; l'attività è osservabile attraverso il pennacchio di fumo (foto a lato scattata il 27 aprile) e attraverso l'osservazione del fronte del ghiacciaio Gigjokull (la valle depressa nel versante nord del ghiacciaio Eyafjallajokull osservabile nelle fotografie a lato) dove si misura un continuo lento avanzamento della colata di lava. Continui sono i monitoraggi del torrente Markarfljot che al momento non denota repentini innalzamenti: questo è dovuto all'elevata pendenza del versante del ghiacciaio che permette il continuo deflusso di tutta l'acqua generata per fusione, senza creare pericolosi bacini di accumulo (laghi sublaciali come quelli formatisi appunto nel 1997 sotto il grande ghiacciaio Vatnajokull).


Vedremo nelle prossime settimane come si evolverà la fuoriuscita del magma e l'interazione con il ghiacciaio. Dall'Islanda giungono, grazie ai nostri amici e collaboratori, immagini spettacolari di questo ambiente vulcanico ricco di energia e in continua evoluzione; del resto una terra formatasi, eruzione dopo eruzione, esprime con questi eventi la bellezza della creazione "di nuova crosta terrestre". Ogni volta in quella porzione di territorio è come se si ritornasse alle origini del Pianeta Terra, alla magia della creazione, all'energia che era in atto in quei momenti lontani.


Negli anni successivi ad ogni eruzione vediamo (e noi loabbiamo constatato direttamente dal 1998 ad oggi) la vita che rinasce sulla nuda roccia; un territorio che, anno dopo anno, ritorna verde e rigoglioso grazie alle spore portate dal vento e dagli uccelli. Per ora possiamo pensare di avere, questa estate, l'occasione di ammirare i nuovi crateri del Fimmvorduhals e se continuerà, anche il pennacchio di fumo che fuoriesce del cratere dell'Eyafjalljokull; sicuramente varrà la pena dedicare una giornata del nostro percorso classico di 15 giorni per gustare la novità di questo evento e conoscerlo meglio grazie anche al supporto de geologi che accompagnano i nostri viaggi.