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Geological Tours

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Il Popolo Migratore
 

autore:    Marco Montecroci [13-06-2012]

In una terra isolata nel mezzo dell’Oceano Atlantico, ad una latitudine che caratterizza inverni lunghi in cui gran parte del territorio rimane ghiacciato per 7 mesi all’anno, i rettili non esistono e i mammiferi originari contano poche specie tra cui la volpe artica e il lemming (probabilmente introdotto casualmente con le navi). Tra gli uccelli l’unica specie incapace di fuggire ai climi invernali è la pernice, che in inverno si tinge di bianco e si può trovare svolazzante tra le montagne islandesi circondata da un panorama candido e assoluto. Ma le correnti atlantiche danno vita ad un mare pescoso e ricco di nutrienti e sono capaci di mitigare la costa (specialmente quella meridionale) e di limitare la morsa del gelo alle regioni interne. In primavera il Popolo Migratore, il mondo degli uccelli, trasforma l’isola in un paradiso di vita di incomparabile ricchezza. In poche parole in Islanda ogni anno, si consuma un vero e proprio assalto da parte di centinaia di specie di uccelli (milioni di esemplari, un numero a detta dei tecnici incalcolabile !) che cercano il loro “luogo di nidificazione” in cui resteranno solamente per 3 mesi, giusto il tempo per deporre le uova e crescere i propri pulcini preparandoli al volo e alla migrazione di fine agosto.

Sarebbe fuori luogo elencare tutte le specie presenti sul territorio, chi è appassionato di uccelli potrà procurarsi uno dei tanti manuali illustrati disponibili nelle librerie di Reykjavik. E’ invece interessante nominare le specie più curiose e più rappresentative, ma soprattutto differenziare i diversi ambienti dove gli uccelli nidificano e che ognuno potrà osservare durante un viaggio in Islanda: possiamo dividere i differenti habitat in ambiente di scogliera, ambiente lagunare, spiagge e brughiere.


Uccelli delle scogliere

Le scogliere sono il luogo più vicino all’oceano e più protetto da eventuali predatori di terra. Offrono sulla verticale spazi incommensurabili a poca distanza dal luogo della pesca, capaci di ospitare milioni di esemplari che necessitano di pescare 24 ore al giorno durante le prime settimane di schiusa delle uova. In questo ambiente nidificano le specie meglio adattate alla vita nel mare (e meno adatte a muoversi sulla terrraferma). Zampe palmate, dimensioni ridotte, forme affusolate e ghiandole sebacee per impermeabilizzare il piumaggio sono le caratteristiche principali degli uccelli che nidificano sulle scogliere. In effetti queste specie vivono più spesso galleggiando sulla superficie del mare, si spostano con voli radenti sull’acqua e passano gran parte del loro tempo sott’acqua nuotando con le poderose zampe palmate all’inseguimento dei pesci. Le scogliere servono solamente per deporre le uova e svezzare i piccoli fino a quando non saranno in grado di nuotare e infine di volare. Le piccole cenge di roccia lasciano spesso spazi esigui per le uova e gli uccelli hanno dovuto specializzarsi per trovare i sistemi migliori per sfruttarle. Il loro guano copre spesso le nere rocce creando superfici più adatte alla formazione di un nido. Le uova hanno spesso forme conoidali per evitare di rotolare orizzontalmente e cadere dalle cenge. I becchi, in genere lunghi e affilati per catturare i pesci, possono diventare spessi e robusti per scavare il terreno o scolpire le rocce più tenere.
Tra i più famosi, sicuramente il più ricercato dai fotografi e dai turisti è pulcinella di mare (in inglese puffin, e in islandese lundi). Questo piccolo alcide è entrato in simpatia di tutti per il suo aspetto goffo, il becco colorato e il suo portamento da “piccolo pinguino” quando è a terra e il volo buffo e affannoso. In effetti l’aria non è l’ambiente in cui questo uccello si è meglio adattato. Al contrario è un abilissimo pescatore, capace di immergersi e pinneggiare anche a dieci metri di profondità e per decine di secondi a caccia di piccoli pesci. Il luogo di nidificazione è sull’estremità superiore delle scogliere, scegliendo quelle in cui è presente uno spesso strato di suolo ricoperto di erba, dove per lui è possibile scavare tunnel profondi anche 2 metri, vere e proprie tane dove potrà assicurare la crescita dei suoi pulcini, preservandoli dalla competizione sulle chiassose scogliere ma soprattutto dalla presenza di predatori molto più grossi, come i gabbiani, da cui non si potrebbe difendere.

Sulle scogliere trovano “nido” numerose specie di “uccelli marini” abili pescatori come le urie, le sule, il gabbiano comune, il gabbiano tridattilo e il gabbiano glauco, questi ultimi pescatori ma anche predatori di altri nidi.

Un altro abitante massivamente presente sulle coste islandesi, sia sulle scogliere ma anche sulle balze rocciose subito alle spalle della piana costiera è il fulmaro. A prima vista simile ad un gabbiano, questo uccello appartiene alla famiglia degli albatros (procellaridi), ha un battito di ali rigido e il collo tozzo che ci permette di distinguerlo dai gabbiani, presenta un interessante sifuncolo nasale che gli permette di espellere il sale e l’acqua marina anche tenendo il becco serrato. Questa specie più di ogni altra, vive dieci mesi all’anno in mare aperto, volando quasi a gioco tra il pelo dell’acqua e le creste delle onde; quando è stanco si lascia galleggiare tra i flutti. Il fulmaro raggiunge la terraferma solamente in luglio e agosto per nidificare.


Uccelli delle aree lagunari

Anche laghi e lagune sono utilizzati da numerosi uccelli migratori per la nidificazione: la maggior parte appartengono alla famiglia degli anatidi e delle oche selvatiche, ma possiamo anche osservare impressionanti colonie di cigni atterrare nelle lagune costiere del sud dell’Islanda (in particolar modo tra Hop e il Vatnajokull. Questi imponenti uccelli erbivori migrano in grandi stormi e poi si dividono in nuclei familiari a coppie di due (coppie fisse anno dopo anno) e nidificano in pozze d’acqua tra le torbiere dove trovano una certa ricchezza di piante acquatiche di cui si nutrono. Qui depongono 2-4 uova e allevano i pulcini che subito dopo la nascita diventano in breve tempo di grandi dimensioni. Entrambe i genitori si occupano della crescita e della difesa dei “grassi e grigi” pulcini che generalmente, una volta schiuse le uova, non temono troppi pericoli; del resto provate voi ad avvicinarvi ad una coppia di robusti cigni per “molestare i piccoli” e aspettate di vedere cosa succede.

Il Lago Mivatn (lago dei moscerini) è il luogo prescelto per la nidificazione di numerose specie di anatidi (anatre). Tutte queste specie, a dimorfismo sessuale, accompagnano il loro arrivo in primavera con il periodo degli amori: i maschi propongono bellissime livree nuziali per attirare le femmine che ogni anno devono conquistare. Nonostante il maschio di questi uccelli sarà sempre più colorato della femmina, durante il periodo degli accoppiamenti è in grado di produrre un piumaggio con colorazioni aggiuntive o linee di demarcazione che permettono di risaltare i differenti colori, ben note agli appassionati birdwatcher che, ogni anno, all’inizio dell’estate islandese, si appostano in paludi e lagune per fotografarli. Anche molti altri uccelli a dimorfismo sessuale, anche non appartenenti agli anatidi producono la cosiddetta “livrea nuziale” (ardeidi, fasianidi, e galliformi, per annotare alcune famiglie comunemente avvistabili in Europa), un aggiunta di qualche carattere maschile che permette alle femmine di individuare il maschio più adatto alla riproduzione. In generale il dimorfismo sessuale causa anche la minor capacità mimetica dei maschi rispetto le femmine di queste specie (sempre di colorazioni marrone-grigiastro, molto mimetiche) e questo è il motivo per cui una volta finito l’accoppiamento, i maschi rimarranno lontani dalle femmine e dai luoghi di cova ed allevamento dei pulcini; alla fine della stagione si raduneranno nuovamente al momento della migrazione.

Una particolare anatra è famosa in Islanda: l’Edredone. Questa specie predilige le coste tranquille dei fiordi o delle regioni con fitti arcipelaghi e sfrutta piccoli isolotti al limite della battigia per fare il proprio nido. Il maschio ha una bella livrea bianca e nera con il becco giallo mentre la femmina ha lo stesso colore delle piante acquatiche che si trovano sulla linea di marea. Entrambe producono un piumino estremamente soffice che si strappano da sotto il collo per preparare il nido. Questo è il famoso piumino Eider (edredone in inglese) pregiato in tutto il mondo. Gli agricoltori islandesi che abitano le isolate fattorie lungo la costa conoscono da tempo il valore di questo prodotto e sono soliti sostituire dai nidi il piumino vero con piuma sintetica per poi vendere il pregiato prodotto. Nelle migliaia di piccole isole che si trovano tra la penisola dello Snaefellness e i fiordi del NW, si produce così una gran quantità di questo piumino e le famiglie islandesi per proteggere uccelli e produzione, curano talmente bene i nidi rinforzandoli con casette di legno sulle quali viene addirittura scritto il nome che il fattore appropria all’uccello “padrone” del nido, come fosse la cuccia di un cane.




Uccelli di ripa (spiaggia, retrospiaggia e brughiere interne)

Abbiamo riunito un gran numero di specie che osserveremo un po’ ovunque lungo la costa. Una famiglia importante è quella degli uccelli limicoli, ossia quelli che “zampettano” sui fanghi, nelle torbiere e sulla battigia in cerca di piccoli insetti, vermi o crostacei. Tutti dotati di zampe sottili, generalmente lunghe e soprattutto di lunghe dita che gli permettono di camminare su terreni molli senza sprofondare. Estremamente specializzata è la forma del becco, che gli permette di raggiungere “nutrienti diversi”. Questo fa si che anche in spazi brevi, specie leggermente diverse non siano in competizione tra di loro e nello stesso tempo, tutte le risorse del territorio vengono sfruttate. Il chiurlo ha un becco lungo e ricurvo (lo vedremo volare via con un tipico verso che sembra una risata di scherno) mentre il beccaccino lo ha lungo e dritto, la pittima lo ha sottile e corto: ognuno raggiungerà punti differenti nello strato di fango. Tutti questi uccelli, di dimensioni contenute, hanno una livrea estremamente mimetica che gli permette di nascondersi dai predatori, in particolare dalle volpi. Frequenti in Islanda sono anche le beccacce di mare, in inglese oystercatcher; una tipica livrea nera con occhio, becco e zampe rosso vivo: il becco lungo e sottile ha una sezione estremamente spessa che permette alla beccacia di mare di introdurlo nei molluschi bivalvi (ostriche e cozze) quando sono in fase respiratoria e di divellere le valve per mangiarne il contenuto.

Sulle spiagge e nelle brughiere sassose incontreremo anche abili volatori. Il più famoso tra tutti è la sterna paradisea, qui conosciuta anche come sterna artica. Grande come una rondine è la specie che percorre il maggior numero di chilometri durante la stagionale migrazione: in luglio e agosto la troviamo nell’emisfero Nord (Islanda, Nord del Canada e Nord della Norvegia) mentre in inverno raggiunge il Sudafrica e in alcuni casi le coste dell’Antartide: si calcola che percorrano oltre 40.000 chilometri all’anno, sorvolando le coste atlantiche dell’Africa.
Questi piccoli uccelli nidificano sulle pietraie al margine delle spiagge, depongono le uova direttamente sui sassi senza preparare un nido vero e proprio. Difendono però le uova e successivamente i pulcini con estrema aggressività e per farlo si appoggiano l’un l’altra attaccando ripetutamente in gruppo gli eventuali “invasori” del loro territorio (con picchiate e strilli che le hanno fatte battezzare col nome di “cria” in islandese) concentrandosi verso il luogo di provenienza del “predatore” o intruso che sia e senza badare se stiano effettivamente proteggendo il proprio nido o quello altrui.
Sono talmente caparbie e aggressive che possono attaccare “intrusi di qualsiasi dimensione” dalla naturale predatrice, la volpe, ai fotografi ma anche persino le automobili, tanto da rimanere spesso schiacciate sulle strade asfaltate quando un pulcino si avventura nell’attraversamento. Le sterne si nutrono (e nutrono i loro piccoli) di piccoli pesci che pescano appena sotto la superficie del mare, tuffandosi da qualche metro di altezza.

Veri e propri pirati dell’aria sono invece gli stercorari (famiglia dei labbi) qui presenti in due specie: lo stercorario maggiore (great skua) e lo stercorario artico (artik skua). Questi uccelli, sono dotati di un robusto becco con uncino terminale, simile a quello dei grossi rapaci; hanno però zampe palmate (senza artigli) che gli permettono di camminare in torbiere, spiagge fangose e muoversi sulla superficie dell’acqua. Non sono però dotate di ghiandole sebacee per impermeabilizzare il piumaggio pertanto non sono in grado di tuffarsi e pescare. Questi uccelli si librano nell’aria con estrema facilità e padronanza di manovra (soprattutto lo stercorario artico, più piccolo tra i due) e sono capaci di attaccare in volo altri uccelli che hanno appena pescato, così da fargli cadere la preda dal becco, virare bruscamente e riprenderla al volo. Potremo ammirare le loro evoluzioni mentre attaccano le sterne alla foce del fiume di Jokullsarloon o alla ricerca di altre prede (nidiacei e carogne spinte dal mare) sia sulla medesima spiaggia sia nelle brughiere della spiaggia di Holmatunga.