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Geological Tours

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Eolie, Isola di Salina: geologia interessante per occhi esperti
 

autore:    Pier Paolo Giacomoni [14-02-2011]

Salina è il gioiello verde dell'arcipelago delle Eolie. Circa 2500 persone vivono sull'isola, che è finora riuscita a fuggire al turismo di massa che colpisce la maggior parte delle isole vicine durante l'estate.

L'isola ospita uno dei primi parchi naturali che sono stati creati in Sicilia, che inizialmente era limitato a Monte Fossa delle Felci, ma ora si estende anche oltre il suo picco gemello, il Monte dei Porri.
Salina è splendida per la sua folta vegetazione e la magnificenza dei paesaggi che si possono godere dalla cima del Vulcano Fossa delle Felci e dal vicino Vulcano dei Porri. Ma forse il posto più bello da visitare è Pollara. Il cratere di esplosione del vulcano più giovane dell'isola: quì le case di un piccolo paese con meno di 60 abitanti sono "sparse" sul pavimento (in leggera pendenza) dell'antico cratere ... quì un porto in miniatura si trova al di sotto di uno strapiombo di roccia (una sezione geologica spettacolare attraverso i sedimenti del lago che ha riempito il cratere di Pollara dopo la sua eruzione) e non lontano da lì a Punta Perciato (il punto trafitto), un grande arco di roccia (formato da colate di lava più compatta), alto 50 metri.

A Salina sotto il rigoglioso manto verde si nasconde un sito geologico di grande interesse che ci ha permesso di comprendere meglio l'evoluzione vulcanologica delle Eolie attraverso l'Era Quaternaria, proprio in contemporanea agli importanti eventi climatici che in Europa generavano alternanza tra età glaciali ed età interglaciali.
L'isola attualmente è costituita da due grandi coni vulcanici che si differenziano per soli 100 m di altezza, Monte dei Porri (860 m s.l.m.) e Monte Fossa delle Felci (760 m s.l.m.) Questa sua caratteristica morfologica è all'origine dell'antico nome greco dell'isola "Didyme", che significa appunto "gemelli". Tuttavia la storia geologica dell'isola è molto più complessa e vede il susseguirsi dell'evoluzione di ben cinque edifici vulcanici che si sono sovrapposti in un lasso di tempo di 500.000 anni.


Il vulcanismo, come in tutto l'arcipelago eoliano, ha origine 500.000 anni fa. In questo periodo era in corso la fase più avanzata della glaciazione chiamata Mindel e il livello del mare era molto più basso di quello attuale. Si formarono dapprima due isole distinte, quella a Ovest, costituita dal Vulcano del Corvo, l'altra più orientale, composta da due centri vulcanici adiacenti: il Vulcano del Capo (i cui resti costituiscono ancora oggi l'estremità nord-est dell'isola) e il Vulcano del Monte Rivi, più a sud-ovest. Oggi questi vulcani sono ricostruibili osservando i prodotti delle loro eruzioni che affiorano lungo le coste di Salina, di fronte ad un mare azzurro meraviglioso. Il bello della geologia, quando "maneggiata" da un bravo geologo, dotato di spirito di osservazione e fantasia, è che ci permette di scorgere in porzioni di rocce sparse nel territorio, le "radici" che servono per ricostruire " l'intero albero". Sicuramente a Salina un po' di fantasia è necessaria, ma collegando gli strati, i dicchi, le tipologie di rocce differenti, le forme degli affioramenti, riusciamo a ricreare l'idea di quei vulcani primordiali che oggi sono quasi del tutto scomparsi.

In un secondo momento, sul finire della glaciazione di Mindel, si è formato il Vulcano Fossa delle Felci, che raggiunse la quota di quasi mille metri sul livello del mare. Questa struttura forma la porzione Sud Est dell'Isola di Salina, incombendo ancora oggi sugli abitati di Santa Marina e di Lingua. Durante la stasi dell'attività vulcanica, che perdurò per tutto il periodo interglaciale Mindel-Riss, la glaciazione di Riss e durante l'interglaciale Riss-Wurm, questo edificio ha subito eventi erosivi che ne hanno intagliato i fianchi e che oggi ci permettono di osservare parte della sua struttura interna; inoltre durante due momenti di trasgressione marina (quando il livello del mare sale invadendo le terre emerse) si sono formati depositi sedimentari (spiagge fossili) a quote più elevate rispetto la linea di spiaggia attuale.

L'attività vulcanica riprese poi nel corso dell'ultima Età Glaciale (Wurmiana) e portò alla formazione del Vulcano dei Porri, quel perfetto cono di stratovulcano che si vede tutt'ora. Le eruzioni di questo vulcano ricoprirono quasi interamente il preesistente Vulcano del Corvo, ridotto ormai dall'erosione al solo nucleo basaltico originario (che oggi possiamo osservare attraversato in tutte le direzioni da innumerevoli dicchi).

Gli strati di colate laviche sovrapposte e dei depositi piroclastici colmarono anche lo spazio tra i due centri vulcanici, che inizialmente avevano dato vita a due isole separate, dando corpo all'attuale Isola di Salina.
Infine, con la conclusione della glaciazione e la risalita del livello delle acque del mare, si verificò come in altre isole eoliane, un "evento vulcanico catastrofico" (eventi ben rappresentati e meglio osservabili visitando le isole di Vulcano e di Lipari): una grande eruzione esplosiva sul versante nord che distrusse una parte (NW) del Vulcano dei Porri e quello che rimaneva del Vulcano del Corvo e che generò, da una parte l'apertura della caldera di Pollara e dall'altra la presenza dei depositi di materiali piroclastici (tipo "tufo" - detti anche ingnimbriti-) che si osservano sulla costa e che i nostri antenati intagliarono e lavorarono ad uso antropico.

A seguito di questi ultimi momenti di attività vulcanica l'isola era pronta per assumere la morfologia che osserviamo oggi: il clima Mediterraneo e la relativa stabilità geologica permisero alla natura, nei successivi 10 mila anni, di ricoprire ciò che il magma incandescente aveva creato: oggi "roccia e fuoco" dominano ancora nell'Isola di Stromboli, dove è tutt'ora possibile osservare l'attività vulcanica in atto, mentre a Salina studiamo la storia dei vulcani che furono in un "paradiso Mediterraneo".

(Il geologo Pier Paolo Giacomoni ha studiato per anni il vulcanismo delle Isole Eolie e dell'Etna, oggi mentre è ancora ricercatore presso l'Università di Ferrara, accompagna gruppi di studenti e itinerari di viaggio, nelle stagioni primaverili ed autunnali, alla scoperta delle Isole Eolie. Nella pagina relativa di questo sito, potete trovare le date di partenza, il programma e i costi).