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Geological Tours

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In Islanda con un geologo
 

autore:    Marco Montecroci [12-06-2012]

L'Islanda è sicuramente uno dei Paesi al mondo dove natura e paesaggio si esprimono ai massimi delle loro potenzialità. Viaggiare con guide esperte che conoscono gli ambienti giusti dove osservarli, lontano dalle rotte più battute, è senz'altro una grande occasione.

Dal punto di vista geologico l'Islanda offre l'opportunità di osservare gran parte dei fenomeni vulcanologici del nostro Pianeta; visitarla con un geologo permette di toccare con mano fenomeni di grandiosa potenza che solitamente vengono descritti sui libri con termini e spiegazioni a volte anche troppo difficili. Infatti cercare di proporre per scritto quello che è il fascino del territorio e di come si è formato è un ardua missione ... sarebbe impossibile non utilizzare termini che ci portano dentro ad una materia assai complessa: diversamente, a parole, toccando con mano e ammirandocon gli occhi, tutto è più intuitivo e più comprensibile e se le parole sono di un geologo ispirato, tutto diventa facile. Lasciamo a voi l'immaginazione o la voglia di venire in Islanda con Noi per capire quanto possa essere coinvolgente "toccare con mano la geologia in Islanda" !

Quì di seguito, per scritto ... voglio provare soltanto a mettere l'accento su "cosa è l'Islanda" cominciando da un breve racconto.

...Improvvisamente dal mare...

Alle 7,30 del mattino del 14 Novembre 1963, alla luce incerta dell’alba, Olafur Vestmann, cuoco su un peschereccio al largo della costa meridionale dell’Islanda, notò del fumo nero all’orizzonte. Poiché non vi era terra in quella direzione, il primo allarme che fu dato acclamava una nave in fiamme; ma poco più tardi i pescatori si resero conto che le nere colonne di fumo segnalavano qualcosa di diverso, di imponente: un’eruzione vulcanica in mezzo al mare !
La rapida emissione di ceneri e lapilli, seguita da lave incandescenti che al contatto con l’acqua generano esplosioni e gas, stavano dando il benvenuto ad una nuova isola.

Surtsey, così chiamata dal mitologico gigante del fuoco Surtur, nacque quella notte... e continuò a generare nuove lave quasi ininterrottamente per parecchi mesi. Alla fine, nel giugno del 1967 l’eruzione di questo vulcano terminò completamente, dopo essere durata 3 anni e mezzo.
L’Isola di Surtsey, ultima nata nell’arcipelago delle Vestmannaeyar, è sorta dal mare, nel vapore e nel fuoco. I suoi strati rocciosi sono stati plasmati dall’ambiente nel quale ha fatto irruzione. Il nostro Pianeta è stato costruito in questomodo, da simili forze di grandiosa entità nel corso di periodi di tempo smisurati. E’ raro assistere a una concentrazione di questi eventi in un tempo così breve: in poche parole, questa è l'Islanda !

La storia di Surtsey è appena cominciata e oggi la nuova isola è considerata un'esperimento biologico-ambientale e non è visitabile: i ricercatori vogliono osservare in quali modalità e con quali tempistiche la Natura indisturbata sarà capace di trasformare le rocce e colonizzare con la vita l'Isola di Surstey. Dal mare vuoto, attraverso il caos e la sterilità iniziale fino al primo apparire di piante e insetti, la storia di Surtsey riassume in piccolo l’origine del Pianeta Terra. Così anche in altre regioni dell'Islanda, remote ma visitabili, è possibile osservare le forze costruttive e distruttive che agiscono con un’intensità e una rapidità uniche nel nostro pianeta. L’Islanda è un vero e proprio laboratorio di vulcanologia e di biologia a cielo aperto o meglio una sintesi, racchiusa in uno spazio circoscritto, di quasi tutti i principali processi di formazione e di trasformazione osservabili sul nostro Pianeta.


Le “grandi fratture islandesi” e l’area di Thingvellir


L’Islanda si trova a metà strada tra la Groenlandia e la Scandinavia ed è costituita quasi esclusivamente da rocce vulcaniche; ha cominciato ad esistere come terra emersa solamente 14 milioni di anni fa, nel mezzo dell’Oceano Atlantico e da allora il suo volume ha continuato a crescere e la sua superficie ad espandersi fino alla dimensione attuale.

A Thingvellir (Parco Nazionale a NE di Reykjavik) possiamo osservare un’ampia e lunga vallata disposta più o meno in direzione SSW-NNE, i cui fianchi sono solcati da lunghe e profonde fratture che danno vita a balze discendenti fino ad una piana centrale (anche’essa attraversata da lunghe fratture nella roccia) in parte occupata dal lago Thingvallavatn. Al centro del lago emergono alcune strutture di vulcani molto giovani, mentre sulle montagne che chiudono la vallata, verso Sud e verso Nord, si osservano segni di imponenti attività vulcaniche ormai spente e anche la presenza di attività geotermali attive.

Anche in molte altre zone dell’Islanda possiamo notare che, l’allineamento dei vulcani più giovani, delle aree geotermiche attive e di tutti i sistemi di “grandi fatture” della roccia, sono disposti parallelamente ad un asse ben preciso che attraversa il territorio islandese da sudovest verso nordest (SSW - NNE).

Questo allineamento strutturale può essere considerato un vero e proprio asse di simmetria e muovendosi verso l’esterno, si osservano le formazioni vulcaniche via via più antiche: le aree più lontane dal “centro di simmetria”, sia verso Est, sia verso Ovest, risultano essere le più antiche dell’isola con rocce datate 14 milioni di anni e appartenenti all’Era Terziaria. In definitiva la continua produzione di magma che avviene lungo l'asse vulcanico mediano, ha continuato a separare e ad allontanare le rocce formate in precedenza, generando nuova crosta terreste.

Nel centro dell'isola possiamo quindi osservare le rocce più giovani, quelle formate nelle ere geologiche a noi più vicine: un territorio originato da pochi millenni che ci appare in continua evoluzione. Un territorio aspro e selvaggio (deserti, cordoni di lave giovani e piccoli crateri perfettamente in evidenza) che gli agenti atmosferici non hanno ancora completamente dominato e che ci permette di osservare come doveva essere la crosta terrestre in ere geologice assai lontane, riportandoci all'origine del nostro Pianeta.