Come posso descrivere l'esperienza che chiamiamo i
Vulcani delle Ande?
Non è facile, non lo è per niente.
Proviamo a immaginare l'Atacama, il deserto più arido del mondo... e già così fa sorridere.
Come posso chiedere a una persona di immaginare un qualcosa di così lontano dalla realtà tradizionale? E' come dire "prova a immaginare un colore che non esiste". Ho attraversato decine di deserti di ogni tipo e non riesco a pensarne un altro simile all'Atacama.
In questo viaggio c'è così tanto... le popolazioni dell'alto piano, estremamente più antiche del "recente" popolo Inca, che di norma siamo abituati a considerare come ancestrale e pieno di segreti. Ad Arica si trovano le mummie più antiche del mondo, che ci permettono di scoprire i rapporti antropologici tra le aree di questa enorme zona del Pianeta. E sempre qui troviamo alcune tra le più antiche tracce della civiltà, che danzano insieme alla geologia meravigliosa e alla conseguente flora e fauna. Alpaca, guanaco, vigogne, lama, pecore, cani... puma, senza contare il regno dei cieli e quello delle acque.
E tutto ciò senza aver nemmeno nominato i vulcani, che danno il titolo all'esperienza. Attraversiamo una zona di mondo, tra terme e bofedales, in cui incontreremo forse 10 persone in più di due settimane e scopriamo le montagne colorate, non quelle famose, ma queste, più intense, variopinte e assolutamente isolate e senza anima viva.
E poi, col favore della Pachamama, Gea, proviamo a chiedere il passo insieme ai penitentes di ghiaccio, e proseguiamo oltre i 5000 e oltre i 6000, andando a scoprire quel blu intenso che ci sovrasta costantemente, un egida indaco tra i mille colori caldi della Cordillera della Costa, della Pre Cordilera e della Cordillera delle Ande.